Guerre ed eserciti nell'Et moderna by Bianchi Paola;Del Negro Piero;

Guerre ed eserciti nell'Et moderna by Bianchi Paola;Del Negro Piero;

autore:Bianchi, Paola;Del Negro, Piero; [Bianchi, Paola Del Negro, Piero]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Biblioteca storica
ISBN: 9788815350497
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2018-09-14T22:00:00+00:00


5.3. Il campo trincerato

I sistemi di fortificazione degli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento sembrano aver già deciso che mura e fortificazioni di tipo tradizionale sono un elemento secondario della difesa e che è invece necessario un sistema di luoghi specializzati: piazze e forti, opportunamente collocati, potranno difendere aree ancora maggiori e l’esercito potrà trarre dal territorio le risorse necessarie alla propria resistenza. Il campo trincerato è la soluzione più accreditata per il controllo del territorio (Schmiedt 1973). È il dispositivo di fortificazione forse più originale dell’Ottocento e consiste nella costruzione di una serie di forti e di luoghi per l’accasermamento delle truppe posizionati a una distanza variabile dalla piazzaforte centrale (sia questa una città di grande dimensione o una piazza militare) determinata dalla portata delle armi (da 500 m fino a 2 km).

In questo modo la piazza non è più il luogo dove si combatte, i centri di rilievo militare e le città principali sono meno interessati dai combattimenti, ma rappresentano il nodo logistico e militare che sostiene, di volta in volta, gli attacchi, intercettati a distanza dai forti i quali impegnano a distanza il nemico permettendo contemporaneamente l’organizzazione della difesa con il dislocamento delle truppe e degli armamenti presenti nel campo trincerato. Il termine di camp retranchée è impiegato già nel XVII secolo (a Mantova, per esempio) e indica aree a ridosso della piazza separate dal territorio da linee di difesa; forti staccati a sostegno della piazza principale sono pure ideati in precedenza (sin dalla fine del Settecento, per esempio a Tolone nel 1794, si ipotizza di costruire una serie di caserme fortificate, non forti, sulle alture che circondano la città; a Vienna, Lione, Parigi, entro il 1840, si costruiscono serie di forti intorno alla città). Quindi, più che la componente topografica del sistema (Fara 1993; 2006b; Pignatelli 2012) è forse utile sottolineare il ruolo logistico di reciproco sostegno che i luoghi assumono rispetto alla dislocazione delle truppe e delle strutture necessarie al mantenimento degli eserciti, mentre la principale linea di azione delle armi si sposta dal centro alla periferia del territorio interessato dal campo.

I più importanti campi trincerati italiani appartengono alla seconda metà del XIX secolo (Mestre, Piacenza, Bologna, Roma) quando si è ormai affermato un nuovo tipo di artiglieria: proiettili a ogiva e cannoni a canna rigata (Perbellini 1979). I primi campi trincerati veri e propri si possono, però, individuare nel Veneto del secondo governo austriaco, dopo il 1815, nelle opere realizzate tra gli anni 1832 e 1843 e completate solo dopo, nel 1849-1866, nel Quadrilatero che comprende Verona, Peschiera, Mantova e la testa di ponte di Legnago (Bozzetto 1996). A questi assetti contribuiscono comunque anche opere realizzate in precedenza, come avviene ad esempio per il campo trincerato di Mestre (Facca 2001).

La relazione tra guerra, città e territorio cambia radicalmente nel primo Ottocento (Savorra e Zucconi 2009). Il confronto tra le rappresentazioni realizzate da Pietro Bagetti (1764-1831) e da Alfred Guesdon (1808-1876) – le prime impostate secondo gli schemi della celebrazione delle gesta militari, le altre come



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